Nasce a Livorno il 5 ottobre 1881.
La sua vicenda si lega ad alcune delle personalità più importanti del
divisionismo italiano, prima fra tutte quella del pittore lombardo
Vittore Grubicy De Dragon, a cui si deve quel potenziamento divisionista
della luce che caratterizza molta parte della sua produzione. Il suo
primo maestro fu Lorenzo Cecchi, insegnante alla Scuola delle arti e dei
mestieri di Livorno. Cecchi, intimo amico di Adolfo Tommasi, infonde nel
giovanissimo Benvenuti tutta la lezione paesaggistica macchiaiola. Il
suo esordio è un paesaggio del 1896, quando egli ha solo 15 anni.
Durante questa primissima fase, che va dal 1896 al 1899, le influenze tardo-macchiaiole sono molto forti: egli stringe amicizia con diversi
artisti, per esempio con Llewelyn Lloyd, ed è fortemente influenzato da
Fattori, Adolfo Tommasi e Signorini. Nel 1900 l’artista inizia una fase
caratterizzata da esperimenti divisionisti. Nei suoi primi dieci,
quindici anni di lavoro, ha un approccio di tipo eclettico, non
rigoroso, scegliendo ciò che lo convince da artisti diversi e in momenti
diversi. Il “Cavallo alla mangiatoia” e il “Trittico di Suese” del 1901-1902 sono due esempi di questa sua fase sperimentale.
L’incontro diretto con Grubicy nel 1902 segna l’inizio di una amicizia
molto intensa; soprattutto dopo il trasferimento a Milano presso di lui,
prima per un anno e poi periodicamente fino al 1920, Benvenuti si
avvicina sempre più alla trama pittorica pulviscolare su tonalità
madreperlacee propria dell’amico e maestro, e successivamente anche alla
tecnica sicura e ortodossa di Pellizza da Volpedo e di Morbelli.
Nel 1907 presenta sette paesaggi livornesi alla esposizione dei
divisionisti italiani, organizzata alla Galleria Grubucy a Parigi, e due
anni dopo, sempre in questa città, partecipa al Salon d’Automme con gli
amici livornesi Llewelyn Lloyd e Novellini. Nel 1911 espone a
Milano alla Mostra di Arte Libera. Nel 1914, con gli amici Gambogi e
Puccini, preferisce far parte della 83^ Esposizione della Società
Amatori e Cultori di Roma, pur avendo contribuito a far aderire glui
artisti livornesi alla prima edizione della Secessione romana.Nel 1920
assiste all’amico morente Grubicy De Dragon e ne diventa l’erede
testamentario. Stabilitosi poi a Livorno, nel 1921 riprende l’attività
espositiva in occasione della Prima Biennale Romana con gli amigi Liegi
Lloyd e Novellini.Dal 1922 in poi partecipa alle esposizioni livornesi
di bottega d’Arte e del “Gruppo Labronico”, recuperando il divisionismo
dei primi anni e ottenendo, con riferimento alla personale del ’23 a
Bottega d’Arte, dei notevoli riconoscimenti da parte di Charles Doudelet
e Gustavo Pierotti Della Sanguigna. Negli stessi anni Venti dedica una
particolare attenzione anche alla grafica - soprattutto disegni e
litografia -. Il risultato è una specifica mostra nel 1933 alla Galleria
dell’Esame di Milano. Nel 1935 Pierotti Della Sanguigna organizza una
sua mostra personale presso la Galleria Scopinich di Milano. Esce anche
un saggio di Benvenuti intitolato: L’idea e la luce nella pittura
divisionista e la mia mostra a Milano. Superato il secondo conflitto
mondiale, durante il quale vive con la famiglia nei pressi
di Lucca,
riprende ad esporre da solo o con il “Gruppo Labronico” (1945, Galleria
Tallone a Milano; 1948, Casa Dante di Firenze). Una malattia agli occhi
provoca l’interruzione della sua attività negli anni Cinquanta. Muore
nel 1959 a Livorno, nella sua casa di Antignano.