Definito
un artista non facilmente classificabile, all’attività di
pittore e abilissimo disegnatore, si affianca quella di
scrittore, critico d’arte, incisore, regista. Dal mondo
contemporaneo trae stimoli unicamente per la ricerca della
bellezza, evocata tramite la sua singolare padronanza delle
tecniche pittoriche. In gran parte delle sue opere è
sottolineata l’adesione al simbolismo, nelle figure e nelle
decorazioni, che sembrerebbe in contrasto con il verismo dei
suoi paesaggi o studi di animali.
Apprende le prime
nozioni di disegno dal nonno Girolamo e dal padre Raffaello
entrambi scultori. Studia la scultura classica ai Musei Vaticani
e comincia a dipingere dal vero nella campagna romana. Esordisce
giovanissimo alla Mostra Internazionale di Roma del 1883 con un
dipinto di sapore verista ispirato alla malaria. Nel 1882
diviene illustratore sulla rivista "Cronaca Bizantina" attorno
alla quale gravitava l’ambiente letterario romano di D’Annunzio,
Carducci, Scarfoglio, Michetti. Nel 1884 compie un viaggio a
Parigi studiando le decorazioni settecentesche di Versailles e
Fontain bleau. Da questo momento in poi la sua pittura oscillerà
fra elaborate rappresentazioni mitologiche come il trittico I
figli di Caino che ottiene la medaglia d’oro all’Exposition di
Parigi del 1889 e sobri quadri di paesaggio. Dal 1890 comincia
ad esporre soggetti dedicati alla campagma romana e all’agro
pontino alle mostre di "In Arte Libertas", iniziando la sua
vasta produzione di pittura di paesaggio che fu una vera
rivelazione; partecipa nello stesso anno alla mostra degli
Amatori e Cultori con il dipinto Veduta di Ninfa del 1890.
Probabilmente tramite la Società In Arte Libertas approda alla
fine del secolo ad Anticoli Corrado dove soggiornerà a più
riprese nel corso degli anni. Dal 1896 al 1899 su invito di
Carlo Alessandro di Sassonia, insegna pittura all’Accademia di
Belle Arti di Weimar; in questo periodo esegue innumerevoli
studi di animali nei giardini zoologici di Lipsia e di Dresda,
portando inoltre a termine il grande dittico Diana d’Efeso e gli
schiavi e La Gorgone e gli eroi, iniziato nel 1893 come un’
unica grande tela e poi diviso in due parti, presente alla III
Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia del 1899.
Nel 1904 è tra i
fondatori del gruppo de "I XXV della Campagna Romana". Nel 1908
viene commissionata a Sartorio la realizzazione del fregio
decorativo per la nuova aula di Montecitorio costruita da
Basile, che porterà a termine nel 1912.
Dopo la guerra, a cui
partecipa come volontario, sperimenta le tecniche
cinematografiche e sceglie Anticoli Corrado per ambientare un
film "Il mistero di Galatea" nel 1920, in cui si serve degli
abitanti del luogo come attori e in cui egli stesso è
interprete, regista e sceneggiatore. Nei primi anni Venti
compie numerosi viaggi in Egitto, Siria, Palestina eseguendo
studi e appunti di impressioni di viaggio. Nel 1924 come
Commissario per le Belle Arti, effettua il periplo dell’America
Latina accompagnando una sua mostra itinerante di disegni
eseguiti nel periodo trascorso al fronte. La LEONESSA conservata
al Civico Museo di Anticoli, e realizzata dal vero nel giardino
zoologico di Buenos Aires nel 1924, testimonia la particolare
attenzione che Sartorio ha dedicato allo studio degli animali,
dai cavalli e dai bufali delle prime immagini dell’agro pontino,
alle tigri e leoni degli zoo di Dresda e Lipsia. Nel 1929 riceve
il titolo onorifico di Accademico d’Italia. Dal 1930 e fino alla
morte è impegnato ad eseguire i bozzetti e i cartoni per la
decorazione a mosaico del nuovo Duomo di Messina.