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Gino Severini (1883-1966)

nasce a Cortona il 7 aprile 1883, compie i suoi primi studi alla Scuola Tecnica e nel 1899 si trasferisce con la madre a Roma, dove inizia a lavorare come contabile.
Nella capitale incontra Umberto Boccioni, anch’egli arrivato da poco a Roma e che più tardi diverrà uno dei maggiori teorici del futurismo. Insieme, Severini e Boccioni, visitano lo studio di Giacomo Balla, maestro della tecnica “divisionista” (dividere anziché mixare i colori).
Trasferitosi a Parigi nel novembre del 1906, Severini studiò la pittura impressionista ed incontrò Paul Signac esponenste del Neoimpressionismo. Ben presto incontrò tutti i maggiori esponenti dell’avanguardia artistica della capitale francese: Georges Braque, Juan Gris, Amedeo Modigliani, e Pablo Picasso; Lugné-Poë ed il suo circolo teatrale; i poeti Guillaume Apollinaire, Paul Fort, e Max Jacob; l’autore Jules Romains.
Nonostante la sua permanenza oltralpe, Severini, non interrompe i contatti con l’Italia, tutt’altro: dopo aver aderito al movimento Futurista su invito di Filippo Tommaso Marinetti e di Boccioni, nell’aprile del 1910 firmò il Manifesto tecnico della pittura futurista (ancora una volta insieme a Balla, Boccioni, Carlo Carrà, e Luigi Russolo).
Severini contribuì ad organizzare la prima mostra futurista alla “Galerie Bernheim-Jeune” di Parigi nel mese di febbraio del 1912 e partecipò alle successive esposizioni futuriste in Europa e negli Stati Uniti.
A Londra, presso la Marlborough Gallery, è allestita la sua prima mostra personale, che successivamente viene presentata alla galleria Der Sturm di Berlino (entrambe nel 1913)
Durante il periodo futurista, Severini svolse un importante ruolo di collegamento fra gli ambienti artistici francesi ed italiani.
Dal 1916 al '21, anno in cui pubblica "Du cubisme au classicisme", passa dal purismo cubista a un neoclassicismo con echi metafisici. Nel 1923 è presente alla Biennale romana; partecipa alle due mostre milanesi del Novecento italiano (1926 e '29) e a quella di Ginevra (1929). Nel 1928 fa ritorno nella capitale, mentre iniziano ad apparire nel suo lavoro elementi tratti dal paesaggio antico di Roma. Nel 1930, con gli altri "italiani di Parigi", è presente alla Biennale di Venezia; partecipa quindi alle Quadriennali del 1931 e '35, anno in cui vince il Gran premio per la pittura, presentando un'intera sala e si stabilisce a Roma. Tornato a Parigi, alterna soggiorni tra la Francia e Roma. Realizza una decorazione per l'Esposizione Universale di Parigi e nel 1938 espone i suoi mosaici alla Galleria della Cometa.
Negli anni 50, ritorna ai soggetti del suo periodo Futurista: ballerini, luce e movimento. Fra i lavori di questi anni : Nella chiesa di Saint-Pierre a Friburgo è inaugurato il mosaico con la Consegna delle chiavi. Espone mosaici alla galleria Cahiers d'Art di Parigi. Conferenza a Ravenna su Mosaico e arte murale e studio su Mosaico e arte murale nell'antichità e nei tempi moderni in "Felix Ravenna". Decora gli uffici della Klm di Roma e dell'Alitalia di Parigi. Alla Rose Fried Gallery di New York si tiene la mostra The Futurists, Balla - Severini 1912-1918. A Roma lavora alla ricostruzione su basi fotografiche e a memoria di La danza del pan pan al Monico andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. Mostra personale a Parigi. Riceve il Premio nazionale di pittura dell'Accademia di San Luca di Roma. Alla Nona quadriennale di Roma espone due collage e tre sculture. Sempre nella capitale mostra personale all'Accademia di San Luca. La sua autobiografia viene ristampata.
Il 26 febbraio 1966 muore a Parigi nella sua casa al n. 11 di rue Schoelcher. Il 15 aprile le spoglie sono traslate a Cortona.