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Vittorio Zecchin   ( Murano 1878 - 1947 )
 

Figlio di un tecnico vetraio, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia  Insofferente verso la cultura verista tardo ottocentesca che qui incontra, si sente piuttosto attratto dagli stimoli offerti dalle Biennali veneziane che frequenta entrando in contatto con le ricerche simboliste e l’ambiente della secessione viennese. Fondamentale in questo periodo l’incontro con la pittura mistica e simbolista di Jan Toorop nel 1905.

1906-1915  -  A partire dal 1909 condivide l’esperienza del gruppo di artisti legati a Ca’ Pesaro e partecipa alle loro mostre. E al 1910 risale l’altro fondamentale incontro con la raffinata produzione di Gustav Klimt.
In questo contesto nasce l’amicizia con il pittore Teodoro Wolf Ferrari, con cui condivide un crescente interesse verso le arti applicate: assieme a lui intraprende in particolare una significativa ricerca sulle potenzialità espressive del vetro mosaico, i cui esiti vengono presentati a
Monaco nel 1913 e alla Biennale veneziana nel 1914.
Allo stesso 1913 risale inoltre la singolare presenza di Zecchin all’annuale mostra di Ca’ Pesaro dove in una saletta dedicata realizza la decorazione Il giardino delle fate, in estrema sintonia con i vetri esposti nel medesimo spazio da Giuseppe Barovier. Nello stesso anno partecipa con opere pittoriche alla prima mostra della Secessione Romana e alle successive edizioni del 1914 e del 1915.
 Al 1914 va datato anche lo straordinario ciclo pittorico-decorativo su tela Le Mlle e una notte, realizzato per l’Hotel Terminus di Venezia e già definito, il “capolavoro della pittura liberty a Venezia”

1916-1920  -  Sempre più interessato alle arti applicate, durante la guerra Zecchin organizza a Murano un laboratorio di arazzi e ricami, eseguiti perlopiù con un punto di sua invenzione (“punto mio”) che imita la pennellata. Così, riproponendo e ispirandosi ad alcuni soggetti dei suoi dipinti, realizza una ricca produzione di stoffe ed arazzi, alla quale si dedica ampiamente anche nel dopoguerra e durante gli anni Venti. Di quegli stessi anni è anche la proficua collaborazione con il laboratorio di ricamo della contessa Pia di Valmarana per la quale, tra l’altro, progetta lavori che partecipano alle più importanti mostre di arte decorativa dell’epoca. 

 Alla riapertura delle mostre di Ca’ Pesaro nel 1919, Zecchin presenta una decina di arazzi e ricami e una piccola serie di vetri smaltati. Anche l’anno successivo a Milano alla Galleria Pesaro espone arazzi e mosaici insieme a vetri decorati a smalto e oro, testimoniando così il suo crescente interesse verso il mondo del vetro.

1921-1925   -   Dal  1921 al 1925 fu direttore artistico di Vetri Soffiati Muranesi Cappellin Venin & C., dove creò pezzi classicheggianti di  vetro leggeri e con colori delicati che riscossero grande successo in Italia e all’estero. Ispirati dallo stile pittorico del XVI secolo dei pittori veneti, queti vasi furono i primi esempi di lavori  moderni i vetro di Murano.

1926-1947  -  Negli anni trenta Zecchin collaborò con S.A.L.I.R. fornendo disegni per incisioni su vetro e decorando personalmente vetri con smalti.   Lavorò occasionalmente con Ferro Toso nel 1930 e nel 1938per il quale creò gli eleganti  calici Leggerissimi.   Collaborò con A.V.E.M. nel 1932, con Seguso Vetri D’Arte nel 1933-34.   Durante gli ultimi anni della sua vita, Zecchin si dedicò all’insegnamento.