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Antonio Tagliaferri ( 1835 -1909 )

Figura di spicco nella cultura bresciana della seconda metà dell' ottocento e protagonista indiscusso dell' attività architettonico - urbanistica e culturale della città per più di quaranta anni fino alla morte.

 Fu architetto molto prolifico, disegnatore e pittore molto apprezzato, noto e stimato ben oltre il suo luogo di origine, membro onorario di istituti culturali e in commissioni giudicatrici di diverse città italiane.

Frequentando l' Accademia di Brera viene a contatto con i massimi esponenti del momento fra i quali Camillo Boito, G. Visconti Venosta, De Cristofori…Nel frattempo coltiva la pittura con una serie di quadri vicino alle opere di Mosè Bianchi da lui conosciuto a Brera., li espone ottenendo menzioni ed entrando a far parte di tutte le commissioni artistiche e culturali del comune di Brescia. Tra i suoi progetti la sistemazione della facciate del Teatro Grande e portici , della Loggetta e Monte di Pietà, il recupero della carena a copertura della Loggia.

Ma l' opera più significativa resta il nuovo Santuario delle Grazie eseguito sia nei lavori murari che pittorici e decorativi, fino ai più minuti particolari come i banchi, i candelabri, le acquasantiere lasciando il più riuscito esempio di ricostruzione in stile e servendosi di collaboratori come il Faustini e Bertolotti. Nel gusto del neogotico riveste il soffitto di azzurro e stelle dorate, soluzione che verrà adottata anche nel restauro della chiesa di S. Cristo.
Dopo tanti progetti e monumenti come quello a Garibaldi, Tito Speri, Moretto, Nicolo Tartaglia, G. Zanardelli partecipa a concorsi nazionali come a quello dell' Altare della patria o Vittoriano di Roma con la soluzione ripresa poi dal Sacconi, entra nella commissione per Palazzo di Giustizia di Roma e concorre per la facciata del Duomo di Milano e per il monumento alle Cinque Giornate. Qui opera nella zona del Castello e via Dante e Cordusio per case private, come poi farà a Brescia col Palazzo Martinengo ora Pinacoteca, casa Ducos… il castello Bonoris di Montichiari. Impossibile citare le opere nuove e i restauri in edifici sacri, le opere tombali, i monumenti per non citare le arti minori come i mobili, le cancellate, il cosiddetto design, fino a testate di periodici, cartoline, vessilli…Come acquerellista partecipa a mostre legandosi in amicizia con Guidoni, Pezzoli, Bertolotti, Faustini, Manziana.

Muore il 22 maggio 1909. Anima veramente francescana egli fu sempre in ogni istante della sua vita, perfettamente sereno e buono, per i giovani artisti fu prodigo di conforti e incoraggiamenti e li sostenne, purchè lavorassero." Rimane il più significativo interprete a Brescia del repertorio eclettico del secondo '800".