Luigi
Bompard nasce a Bologna nel 1879 da Jules, commerciante di
Briancon e la fotografa Cesira Oppi. Autodidatta frequenta
fin dalla giovinezza gli ambienti artistici della sua città,
prendendo studio, nel 1902 a Palazzo Bentivoglio, luogo
scelto dalla bohème bolognese come ritrovo e sede dei
“Giambardi della sega”, una congrega di artisti di cui dà
notizia Alfredo Baruffi nell'omonima pubblicazione.
La particolare propensione per la grafica lo fa avvicinare
al mondo dell'illustrazione allora assai fiorente a Bologna,
con le sue innumerevoli pubblicazioni di giornali e riviste
tra le quali ricordiamo
“Il Natale
de la Lira” e “Italia Ride” che, a cavallo tra XIX e XX secolo,
delineavano il gusto grafico felsineo, radunando le migliori
firme artistiche sulla piazza, tra cui Ugo Valeri, Alfredo
Baruffi, Augusto Majani, Franz Laskoff. Accanto a questo tipo di
produzione Bompard si cimenta pure nella cartellonistica
lavorando dal 1903 alla stamperia di Edmondo Chappuis a fianco
di Marcello Dudovich.
L'attività pittorica è testimoniata
dalla partecipazione alle esposizioni del Premio Francia a
Bologna nel 1901, 1902, 1903, 1905, 1907 e 1916, della
Biennale di Venezia nel 1905, 1912, 1920, 1926, 1928, della
Mostra di Rifiutati a Roma nel 1905, della Società degli
Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma nel 1906.
Tra il 1904 e il 1906 si trasferisce a Roma. Tra il 1906 e
il 1911 è a Parigi, dove stringe amicizia con Boldini e
Cappiello. Poi, nel secondo decennio del secolo, è a Milano,
dove collabora all'illustrazione di numerose riviste, tra
cui “L'illustrazione italiana” e
“La Lettura” , espone alla Permanente
(1915) e alla Famiglia Artistica (1916), e diventa membro
della “Associazione Acquarellisti Lombardi”. Durante la
guerra è a Parigi dove collabora con “L'Illustration”.
Alla fine della prima guerra mondiale si trasferisce
definitivamente a Roma continuando a dipingere e a produrre
illustrazioni per riviste specializzate quali “Il Travaso
delle idee”, “Noi e il Mondo”, "Il Giornale della Domenica",
"La Tribuna", "La Voce d'Italia", “Il Corriere dei piccoli”,
“Marc'Aurelio”, “Guerin Meschino” e romanzi di cui crea
anche le copertine. Muore a Roma nel 1953.
L'Opera:I
primi abili e graffianti disegni per “Il Natale della Lira”
e “Italia Ride”del 1898 e 1900 segnano l'inizio di una
fortunata carriera d'illustratore durata più di cinquant'anni
e che di diritto lo porta ad essere uno dei maggiori
rappresentanti e creatori di un nuovo gusto per questo
genere in Italia.
Dagli esordi bolognesi tutti improntati al gusto liberty
influenzato dalle ricercate riviste inglese “The Studio” e
tedesca “Jugend”, Bompard via via riesce a creare un
linguaggio proprio fondato sulla precisione del segno e
sull'ironia che, a volte, lo conduce alla soglia della
caricatura.
Per le maggiori riviste dell'epoca egli diventa un cronista
in punta di matita, creando reportages, come ben li
definisce Mario Quesada, sugli avvenimenti più importanti
della scena nazionale e internazionale, come la descrizione
dell'Esposizione di Lipsia per “L'Illustration” di Parigi e
dei racconti dei reduci di guerra per “La Lettura” di
Milano.
Ma i racconti migliori, più adatti alla sua inclinazione
garbata e perché no frivola, sono ambientati nei ridotti dei
teatri, nei ristoranti, nei salotti o alle corse di cavalli,
dove la mondanità, descritta con eleganza e destrezza,
prende le sembianze di bellissime donne fasciate in abiti da
sera e dei loro galanti accompagnatori.
Attento osservatore di costumi e atteggiamenti attraverso i
suoi disegni e illustrazioni, segue l'evolversi della moda e
delle abitudini nel nostro paese fino agli anni ‘50.
Soggetto della maggior parte delle sue opere - la donna - è
descritta attraverso sguardi ammiccanti, gesti disinvolti,
pose sensuali che dimostrano la profonda conoscenza
dell'animo femminile, atteggiamenti stemperati da un velo di
ironia che rende accessibile a tutto il pubblico di riviste
e romanzi le immagini riprodotte.
da: http://www.luigibompard.com/bompard.htm