Gian
Emilio Malerba
(Milano 1880 - 1926)
Figlio di un
antiquario, si formò all’Accademia di Brera a Milano, dove fu allievo di
G. Mentessi e Cesare Tallone. Esordisce
all'Esposizione di Brera del 1906. Nei primi anni del Novecento svolse
una intensa attività di cartellonista, collaborando con editori come
Ricordi, Chappuis, Armanino, Valcarenghi. Come illustratore disegnò
copertine per diversi periodici che rappresentavano significativi esempi
della sua concezione della copertina come manifesto in formato ridotto.
Fu anche autore di spartiti di canzoni editi da Ricordi e da altri
editori.
Soggiorna a Parigi ma l'impostazione
delle sue figure che s'inseriscono nello sfondo senza soluzione di
continuità e l'accurata scelta di gamme cromatiche luminose attorno a
toni pastello ocra gialli e rosa, si riferisce alla lezione di Cremona e Ranzoni. Il primo nucleo importante di opere testimonia dunque l'ambito
di formazione dell'artista in seno alla Scapigliatura lombarda dal quale
clima Malerba deriva precocemente esiti di elegante qualità per una
concezione del colore come riempimento della forma. Ottiene nel 1913 il
Premio Canonica. Nel 1914 una sua opera entra nelle Collezioni sabaude.
Nel 1916 conquista la medaglia d'oro del Ministero della Pubblica
Istruzione. Non lo tocca la stagione futurista Mentre si infittisce la
sua attività disegnativa, sempre assai curata, le composizioni evolvono
in forme più salde e nitidamente costruite, negli anni a seguire, fino
al 1921. Espone nel 1923 alla mostra "Arte contemporanea italiana" alla
Galleria Pesaro il dipinto La collegiale, acquistato dalla Galleria
d'arte moderna di Lima. La sua poetica precorre il "Realismo magico" già
dai primi anni venti: fondamentali sono dipinti come 'Femmina volgo' del
1920 e 'Maschere' del 1922, esposto alla XIII Biennale di Venezia e oggi
alla Galleria d'arte moderna di Roma. Nella sua pittura si accentua
decisamente il taglio fotografico e si impone la monumentalità
dell'icona attutita dalla tipica rarefazione atmosferica. Nel 1922
Malerba è tra i fondatori del gruppo di "Novecento" a Milano e nel 1923
espone col gruppo alla Galleria Pesaro. Si dimette dopo la Biennale di
Venezia del 1924 ma partecipa alla mostra di "Venti artisti italiani"
presentata da Ojetti alla Pesaro. L'artista scompare quarantaseienne a
Milano mentre si preparava a partecipare alla "Prima Mostra del
Novecento Italiano" alla Società per le Belle Arti ed Esposizione
Permanente di Milano.