Cinema Dumont
1908 - 1910
Nel 1908 i
fratelli Galli, proprietari dell'area, iniziano la costruzione
di un Cinematografo in via Paolo Frisi 8. La numerazione della
strada comprendeva allora il primo tratto di via Melzo. Poi
divenne via Frisi 2.
Il
cinema fu completato nel 1910, data a cui risale
l'autorizzazione all'apertura. Era uno dei primi cinematografi
di Milano costruiti appositamente per questa destinazione. Gli
autori del progetto sono gli architetti F. Tettamanzi e
G.Mainetti, con studio in via Filodrammatici 3. Il progetto è
conservato presso il fondo "Ornato Fabbriche" dell'Archivio
Storico Civico al Castello Sforzesco di Milano. Nel progetto vi
sono le facciate su via
Melzo,
Frisi e
d'angolo,
la
pianta,
la
sezione interna.
Mainetti costruì successivamente un
edificio liberty in via Barozzi 2. Lo stile liberty riprende
quello seguito dall'architetto G.B. Bossi che aveva costruito
nel 1905 i palazzi di via Malpighi 12 (Casa
Guazzoni), dall'altra parte di
via Melzo, e di via Malpighi 3 (Casa
Galimberti).
Il
cinematografo era costituito da una sala d'aspetto in 5 campate,
di una sala cinematografica in 14 campate, di una bouffetteria
(bar) in 1 campata e di una cabina di proiezione al primo piano.
Il pavimento era di legno, i posti a sedere 516 su 20 file di
sedili. La decorazione della facciata principale corrisponde
fedelmente al progetto mentre la facciata su via Melzo non fu
decorata. Sul frontespizio vi era la scritta CINEMATOGRAFO, poi
cancellata.
Lo spazio
occupato dalla Biblioteca Venezia corrisponde all'atrio del
cinema mentre la sala, il cortile su via Melzo ed una attigua
costruzione su due piani dove abitava la famiglia Galli sono
stati demoliti e sostituiti dall'attuale parcheggio multipiano.
Le colonnine
centrali della biblioteca sono originali. Sulla parete di fondo
si aprivano tre porte di ingresso alla sala. Dove c'è ora
l'ingresso del parcheggio c'era un cancello di accesso ad un
piccolo cortile.
Il
cinematografo assunse il nome di Cinema Dumont e fu
utilizzato fino al 1932. Inizialmente era un cinema di buon
livello, poi decadde progressivamente. Sul libro I Cinematografi
di Milano di Alberto Lorenzi (Mursia, 1970) si può leggere una
bella descrizione del pubblico del Dumont negli ultimi anni.
"Al Dumont
entravan giovinotti poverissimi, dal naturale, oltre a tutto,
incredibilmente facinoroso, "lokk" veri e propri, dalle
intenzioni prave: ciampicavano apposta all'entrata, facendo
rimbombar tutta la sala, correvano sul pavimento di legno
sollevando rumore di tuono, sbatacchioni di prima forza coi
sedili ribaltabili, pronti all'entusiasmo più fragoroso durante
certe disgraziatamente movimentate sequenze di film, e alla
scena del bacio a fare salacissimi commenti, a sbeffeggiar gli
amorosi con imitazioni di miagolii di gatti, con voci nasine.
C'era da giurare che andassero al Dumont soltanto per il gusto
di provocare un fracasso d'inferno, diavoli scatenati com'erano.
Si avvertiva l'odore di zolfo dei loro fiammiferi di legno
mentre accendevano sigarette popolari il cui fumo poi
s'avvolgeva nel fascio di luce della macchina di proiezione, chè
i "lokk", difatti, disubbidivano regolarmente all'ammonizione,
illuminata in rosso nella penombra: "Vietato fumare", che si
alternava al Dumont con quest'altra: "Vietato sputare".
Fra l'altro
intendevan prima rifocillarsi, tenersi in forma con cibi
nutrienti (ad esempio carrube): e vitamine.
Si recavano al
cinema portando provviste: eran divoratori voraci di "straccadent",
detti altrimenti "staccaganass" (dolci durissimi), avevan le
tasche gonfie di arance. S'udiva a un tratto un gradevolissimo
profumo d'arancia: subito dopo una buccia d'arancia vi arrivava
in pieno viso, lanciata come distrattamente. Mentre si trovava
posto procedendo a fatica tra una fila e l'altra di poltroncine,
scricchiolavan sotto le scarpe gusci di noci e di caldarroste
con un rumore di foglie secche su uno stretto sentieruolo di
campagna.
Gli spettatori
davanti raccoglievan accuratamente nelle palme della mano duri
semi di carrube - o, nella stagione propizia, noccioli di
ciliegie, - per poi lanciarli a grandine sulla nuca del pianista
che stava eseguendo musiche romantiche come la "Serenata
Toselli" o la "Prière d'une vierge".
Ad ogni
rappresentazione un litigio era immancabile, una rissa con ben
consenzienti vicini; scintillavan nella penombra sclerotiche
d'occhiacci biechi, s'udivano assordanti parolacce e suon di man
con elle, orrende voci perturbatrici si levavano a commento, lo
spettacolo prendeva sempre spiacevoli pieghe, decisamente
tendeva al rovinoso; interveniva la "maschera", scelta tra
nerboruti tipi di ex boxeurs, ad afferrar, ricordando Maciste,
per la collottola i litiganti, estrarli dalle dondolanti
poltroncine e cacciarli fuori con maniere adeguate all'evento, e
a quei ribaldi."
Un altro
ricordo di quegli anni mi è stato fornito da una signora che
abitava da piccola in via Frisi 3.
Si ricordava
che l'operatore della macchina di proiezione usciva spesso sul
tetto del cinema per prendere il fresco e conversare con le
ragazze del palazzo di fronte.
Nel 1932, con
la morte dei fratelli Galli, il cinema viene chiuso e il locale
affittato ad un Autosalone.
I
bombardamenti della seconda guerra mondiale toccano poco il
quartiere, viene distrutto solo un edificio di via Lambro, l'ex
cinema Majestic.
Dopo la guerra
il cinema Dumont viene trasformato in autosalone e
successivamente in sede dell'Autoambulanza Croce Santa Rita. Il
salone del cinema diventa il garage delle autoambulanze con
uscita su via Frisi mentre l'atrio diventa sede degli uffici.
Nel cortiletto viene costruita un'auto-officina.
Si veda
una
foto
della Palazzina come era allora.
( Tratto da
http://www.msacerdoti.it/storiapalazzina.htm )