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Vittore Grubicy De Dragon
(Milano 1851 - Milano 1920)

 
Nasce a Milano il 15 ottobre 1851 da un’aristocratica famiglia magiaro-lombarda particolarmente ricettiva nei confronti della cultura. Fin da giovane frequenta gli ambienti artistici milanesi e viaggia in tutta Europa. Dal 1870 incomincia a dedicarsi al commercio di opere d’arte assieme al fratello maggiore Alberto. Oltre a trattare artisti la cui fama è oramai consolidata a livello di mercato ( M. Bianchi, Favretto), i due fratelli prediligono i maestri della scapigliatura (Cremona, Ranzoni) e i loro epigoni (Ripari).
Raffinati viaggiatori, i fratelli Grubicy potevano contare su significativi contatti internazionali, ma erano al conte
mpo saldamente inseriti nell'ambiente intellettuale e artistico milanese nel quale introducevano i loro giovani artisti; non ebbero dunque difficoltà nel creare una vera e propria rete di nuovi nomi che dalla fine degli anni '80 del secolo al primo decennio del Novecento verranno avviati alla sperimentazione divisionista: tra i primi, Giovanni Segantini e Emilio Longoni, quindi Angelo Morbelli, Gaetano Previati del quale sostennero la innovativa pittura 'ideista', e ancora Achille Tominetti, Carlo Fornara, Benvenuto Benvenuti e altri ancora.
Tra il 1882 e il 1895 Vittore vive frequentemente nei Paesi Bassi dove diviene amico di Anton Mauve che lo inizia al disegno e alla pittura. Tornato in Italia prosegue autonomamente la sua attività portando avanti il metodo divisionista. In questi anni interrompendosi la collaborazione con il fratello che rimane unico titolare della galleria, intensifica l’attività di pubblicista scrivendo articoli per “La Riforma”, “La Cronaca d’Arte”, “L’Idea Liberale” nei quali divulgherà soprattutto le teorie del divisionismo. Tra il 1889 e il 1899 è presente alle mostre annuali della Permanente e della Famiglia Artistica. Partecipa alla prima (1891) e alla seconda Triennale di Brera presentando paesaggi ispirati alle rive e alle alture del Verbano e del Lario dove aveva effettuato lunghi soggiorni fin dal 1887.

A questo paesaggio ideale vanno dunque riferite le molteplici versioni dei suoi soggetti preferiti, dai canali olandesi alle vedute del lago di Varese da Miazzina, come in A sera (Ritorno all'ovile), del 1896, dall'esemplare stesura cromatica variamente modulata sui diversi piani prospettici.

Questo processo emotivo di appropriazione della natura attraverso il continuo rimeditare lo stesso soggetto, descritto da Grubicy nei suoi scritti e denominato «panteismo», se svuotava di significato il soggetto specifico del dipinto, faceva della tecnica divisionista un mezzo privilegiato per le infinite ridipinture eseguite a piccoli tocchi accostati, secondo un personalissimo «divisionismo pulviscolare».

È questo il caso di Canale al tramonto, uno dei primi dipinti a olio di Grubicy derivato da una intensa suggestione visiva legata al soggiorno olandese tra il 1884 e il 1885, poi rielaborato sino al 1902.

 Nel 1893 sperimenta anche l’acquaforte trasponendo nella nuova tecnica gli stessi temi trattati già in pittura. L’anno seguente espone per la prima volta a Milano.

La sua salute, insidiata da disturbi all’udito e al sistema nervoso, si aggrava, impedendogli, dal 1900 di dipingere. Nel 1901 organizza una rassegna itinerante di opere di Previati  a soggetto religioso e nel 1904 viene incaricato dal collezionista olandese Tessaro di rintracciare le opere di Cremona già appartenenti alla collezione Forbes e disperse in tutta Europa.

Ritorna alla pittura ed espone alla Triennale di Brera del 1910. Dalla vigilia della prima guerra mondiale non dipinge più nuove opere ma si dedica esclusivamente al ritocco delle vecchie che riprende in chiave divisionista.

Gli ultimi anni di vita li trascorre tra Miazzina, Milano e il lago di Lecco stimolando ed incentivando gli artisti più giovani come Benvenuti, Carrà, Romani Tosi. Muore a Milano il 4 agosto 1920.

 

Opere: Pitture